Quali sono le caratteristiche di uno stato democratico

Ti sei mai chiesto cosa è veramente una democrazia? In che modo si possono definire le caratteristiche di uno stato democratico? E perché l’aggettivo “democratico” oggi ha una connotazione positiva, mentre solo 100 anni fa poteva essere definita in modo spregiativo?

La definizione di democrazia

La democrazia è una forma di governo nella quale il potere spetta, direttamente o indirettamente, al popolo.

Ma la democrazia non è solo una forma di governo che attribuisce il potere al popolo. Essa è caratterizzata da un insieme di elementi che la differenziano pesantemente da altre forme di governo.

La democrazia presenta un ampio sistema di “pesi e contrappesi” attraverso il quale è possibile limitare i vari poteri, che si equilibrano e si bilanciano al fine di mantenere integri i diritti civili e naturali dei cittadini.

Per questo motivo la democrazia può assumere forme di stato diverse fintanto che esistono queste limitazioni ai poteri.

Ed è anche vero il contrario: ovvero che non si può definire una democrazia piena quella forma di governo che, pur definendosi democratica, non solo sfila il potere al popolo, ma lo esercita in spregio al sistema della divisione dei poteri e dei pesi e contrappesi (check and balances).

Gli elementi chiave di un sistema democratico

Democrazia significa potere del popolo ed è un termine che proviene dal greco antico. Identifica una forma di governo nella quale esiste un forte bilanciamento dei poteri e la legittimazione a governare deriva dal popolo.

Il meccanismo con cui il popolo si esprime sono le elezioni generali. Ma il sistema democratico è tale fino in fondo, cioè anche a livello periferico, non solo centrale, per cui è possibile eleggere i rappresentanti anche nel proprio comune, nella circoscrizione, nella regione.

La democrazia si fa risalire all’Atene del periodo classico (età di Pericle), ma ovviamente si trattava di una forma diversa da quella attuale, dal momento che non c’era il suffragio universale (diritto di voto) e veniva esercitata in forma diretta, ricorrendo al sorteggio.

La democrazia è una forma di governo che può esistere in diverse forme di stato. Infatti, esistono democrazie nelle repubbliche o nelle monarchie. E diversi sono i mezzi con cui può essere esercitata.

La democrazia in genere si organizza a partire dalla legge fondamentale, la Costituzione, che assicura forme e procedure attraverso le quali organizzare i processi decisionali. Le costituzioni possono prevedere anche enunciati che riconoscono la protezione dei diritti fondamentali.

I sistemi democratici si riconoscono perché sono contraddistinti da libere elezioni, suffragio universale, libertà di espressione, riconoscimento dei diritti fondamentali della persona, assenza di discriminazioni.

Secondo un calcolo recente, il 57% delle forme di governo attualmente presenti nel mondo sono ispirate a valori democratici.

Al di là del termine greco che proviene dall’unione di due termini piuttosto noti (demos e karatos), non esiste una definizione univoca del termine, moderna.

Abraham Lincoln, il presidente americano che abolì la schiavitù, disse che la democrazia è il “governo del popolo, dal popolo, per il popolo” (discorso di Gettysburg).

Questa definizione è molto sintetica, ma efficace. Ma probabilmente non dice tutto sulla democrazia perché – ad esempio – al tempo di Lincoln le donne non votavano e la democrazia come la intendiamo oggi non esisteva, nemmeno nei paesi cosiddetti liberali, dove c’era una forte censura e una stratificazione sociale tale per cui a votare erano solo i detentori di un certo reddito o patrimonio.

La democrazia attuale prende le mosse dai sistemi liberali in voga all’inizio del ‘900, usciti vincitori dalla prima e soprattutto dalla seconda guerra mondiale.

Essa è un’evoluzione dei sistemi liberali sorti alla metà dell’Ottocento e affermatisi in Inghilterra, Francia, Italia e Stati Uniti d’America, seppur con parentesi più o meno autoritarie.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale la forma di governo democratica ha caratterizzato i paesi della sfera occidentale, di cui l’Italia fa parte.

Sono stati fatti altri esperimenti di stampo democratico, che sono miseramente falliti, come l’applicazione del socialismo reale nei paesi comunisti.

Invece, gli esperimenti socialdemocratici nel Nord Europa hanno funzionato, cercando di coniugare le aspirazioni di uguaglianza con quelle di vera partecipazione alla vita politica e libertà di associazione (quindi la coesistenza di partiti alternativi a quelli socialdemocratici).

Cosa definisce uno stato democratico

  1. La sovranità appartiene al popolo, nel senso che il governo in carica e i membri delle assemblee dei rappresentanti (parlamento) dipendono dal consenso del popolo.
  2. Ci sono delle libere elezioni senza condizionamenti e possibilità di truccare il voto, attraverso il quale il cittadino può esprimersi come vuole. Le leggi elettorali devono essere costituzionalmente valide, per cui esiste un meccanismo o un organo terzo che ne certifica la validità.
  3. Esiste la divisione dei poteri: il governo non esercita il potere senza controlli e può essere bocciato o censurato da organi con poteri trasversali, come il potere giudiziario e il potere legislativo.
  4. La partecipazione alla vita pubblica e all’attività politica è facilitata da leggi che prevedono la libertà di associazione in partiti e movimenti e consentono a chiunque di potersi candidare, nei limiti previsti dalla legge.
  5. Esiste una Costituzione o norma fondamentale che oltre a prevedere i meccanismi della divisione dei poteri e della formazione delle leggi, fondamentali per il funzionamento dello stato, protegge i diritti individuali e la partecipazione alla vita democratica grazie alla libertà di pensiero.
  6. Le norme che informano gli atti dello stato o l’elezione dei rappresentanti a ogni livello sono per loro natura democratica, e tali devono essere gli statuti delle organizzazioni che partecipano alla politica.
  7. Esiste il pluralismo: le persone possono dar vita a forme plurali di partecipazione politica, esempio di destra e di sinistra, purché non violino il dettame della Costituzione che per definizione è democratica e non può essere messa in discussione, riguardo ai principi generali (si parla dunque di Costituzione rafforzata). Non c’è un solo partito nella competizione, né sono ammesse forme autoritarie di esercizio del potere. Alla vita democratica possono partecipare organizzazioni e rappresentanze di cittadini e categorie di cittadini (esempio: i lavoratori, gli imprenditori).

Quanti tipi di democrazia esistono?

  • La democrazia diretta: oggi è molto rara e risale al tempo di Atene, come detto, e si opponeva all’oligarchia, dominante a Sparta e nelle altre poleis della Grecia. In questo caso i cittadini non hanno bisogno di intermediari e si esprimono direttamente sulle leggi che essi stessi, o i magistrati, propongono.
  • La democrazia rappresentativa o parlamentare o indiretta: è la forma più diffusa di democrazia, adatta a paesi molto popolosi e con un’organizzazione gerarchica delle funzioni dello stato. Il popolo esercita il suo potere eleggendo i rappresentanti che a loro volta hanno un forte potere di controllo sul governo. Il potere esecutivo può essere eletto dal popolo o dal parlamento.
  • La democrazia liberale è una definizione che mette al centro i principi tipici del liberalismo, come la libertà economica, il diritto di proprietà e la libertà di parola e di espressione. Spesso coincide con la democrazia rappresentativa.
  • La socialdemocrazia è un sistema che unisce le forme di governo della democrazia basate su pluralismo, libertà economica, diritti civili con un forte intervento dello stato in materia di ridistribuzione della ricchezza.

Perché bisogna difendere la democrazia?

Spesso si sente dire o si legge che “la democrazia può essere in pericolo”. Il motivo è semplice. Come forma di governo, la democrazia è molto giovane, si è affermata relativamente tardi e conosce un enorme successo solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, sulla scia dell’influenza americana e della crescita economica (boom) nei paesi dell’Europa occidentale.

Successivamente viene adottata, in forme più o meno discutibili, anche nei paesi dell’Europa orientale usciti dall’esperienza del Comunismo, al momento del crollo dell’URSS.

La democrazia è fragile perché si regge sul delicato assetto della divisione dei poteri, che può essere sovvertito da leader senza scrupoli che pensano al potere personale.

E dal fatto che gli uomini, come specie, tendono a seguire i leader e si possono far incantare dal capo di turno, che in cambio di vane promesse demolisce il sistema di pesi e contrappesi che assicura il funzionamento delle istituzioni democratiche.

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