Per anni la polemica sul peso dei libri da portare nello zaino ha investito le famiglie italiane. Bambini e ragazzi inutilmente appesantiti da libri nonostante il mondo al di fuori della scuola cambi.
Ovviamente il panorama sta cambiando rapidamente: gli strumenti elettronici e la rete sono una componente ormai dominante. Le pagelle vengono gestite online, i rapporti tra professori e docenti idem, la mail è uno strumento di lavoro quotidiano di comunicazione interdisciplinare. Tutta l’attività viene organizzata attraverso internet. Allora la domanda sorge spontanea? Perché i tablet non sono ancora entrati in maniera decisiva e prepotente nelle classi dei nostri figli?
I vantaggi e gli svantaggi del tablet a scuola
Il tablet è uno strumento indubbiamente comodo. Quando Steve Jobs ha lanciato l’iPad, una delle tante riscoperte che hanno cambiato il mercato, in tanti lo vedevano come uno strumento inutile. Ma Jobs era visionario: come aveva contribuito a salvare in parte l’industria discografica, dando alle major uno strumento come l’iPod da abbinare ad iTunes, Jobs stava provando a salvare i giornali. La verità è che poi il tablet è diventato uno strumento di intrattenimento, non solo di potenziale informazione. Ma può diventare anche parte dell’armamentario di apprendimento dello studente, dalle elementari fino alla maturità? E se sì, come?
Vantaggi del tablet in classe
Uno studio del dipartimento dell’istruzione USA ha dimostrato che i tablet sono uno strumento di apprendimento più veloce, che consente agli studenti di imparare più velocemente.
Gli studenti dichiarano di trovare i tablet utili e divertenti e in grado di arricchire la piattaforma di istruzione, non tanto sostituendo i libri, ma affiancandosi ad essi. L’utilizzo dei tablet aumenta anche la motivazione dei ragazzi, dal momento che si trovano a loro agio con una tecnologia moderna. Sovente i genitori hanno l’impressione che i loro figli capiscano di tecnologia molto più di loro (non è vero, dipende solo dal fatto che i bambini utilizzano computer, smartphone e tablet nella fase di apprendimento).
Ovviamente i tablet sono molto leggeri, in due-tre etti di peso possono contenere centinaia di libri, in formato di alta qualità. Un normale e-book reader in grado di connettersi al web, come Kindle di Amazon, può contenere 1000 libri. I tablet dispongono di applicazioni gratuite per il disegno e la scrittura a mano. Fisioterapisti e chiropratici raccomandano spesso di non appesantire schiena e ginocchia dato che il bambino è in fase di sviluppo. Troppo peso fa male e può ripercuotersi nella crescita.
C’è un evidente risparmio per le famiglie: gli e-book costano meno dei libri di carta perché possono fare a meno dei costi di produzione della carta e del trasporto (in benzina, consumi e spazio).
I tablet stessi meno ingombranti dei libri e consentono di risparmiare nell’acquisto delle librerie per la cameretta dei ragazzi. Il costo di un buon tablet Android è nettamente inferiore a tutti i libri acquistati negli anni di istruzione e se tenuto bene supera i 4-5 anni di vita. In Italia c’è l’abitudine di aggiornare i testi scolastici con poche modifiche, spesso per tenere in movimento un mercato editoriale (fatto di autori, distributori, editori, rivenditori) in crisi di ossigeno.
I tablet sono dispositivi moderni (insieme agli e-reader che si connettono al web): consentono di apprendere in tutte le direzioni, sfruttando le ultime tecnologie. La lettura scorre facile, i libri possono essere annotati o sottolineati, ci sono funzioni di ricerca molto sviluppate, è possibile unire gli argomenti per fare delle ricerche e tesine al volo.
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I tablet possono essere aggiornati – anche per motivi di sicurezza – gratuitamente. Tanto Android, quanto iOS i due sistemi operativi leader si aggiornano periodicamente senza nessun costo aggiuntivo.
L’aggiornamento dei libri di scuola in versione e-book potrebbe essere previsto gratuitamente o con un costo comunque minore a quello di una nuova edizione cartacea, con poche modifiche rispetto a quella precedente.
All’interno del tablet rientrano anche i costi per la cancelleria: penne, matite, gomme, pastelli, quaderni e fogli da disegno. Usato in modo globale potrebbe essere davvero l’unico strumento di cui hanno bisogno.
E gli servirà per tutto: scrivere, imparare, leggere, studiare, registrarsi, comunicare con i compagni e i maestri o professori, creare e gestire gruppi di lavoro, raccogliere materiale per la ricerca, oltre ad avere la libreria personale sempre a portata di mano. I tablet hanno tutti la funzione di airplay per cui possono essere uno strumento di insegnamento per i professori, che possono proiettare ciò che fanno sul loro tablet in uno schermo, come se fosse una lavagna.
Inoltre, tutto il materiale prodotto può essere facilmente condiviso e trasmesso wireless all’insegnante o viceversa, senza alcun scambio di appunti, dispense ecc.
Gli svantaggi del tablet in classe
Anche il tablet dà problemi di salute, come ogni dispositivo illuminato possono verificarsi mal di testa, occhi stanchi e secchi, visione appannata. Inoltre possono esserci problemi di natura muscolare a mani, polsi e collo per la posizione adottata quando si usa per tanto tempo.
I bambini non sono il massimo in termini di affidabilità. Dovrebbe essere loro insegnato come avere cura dei tablet. L’utilizzo smodato oltre ad aumentare l’usura, può portare a danneggiamenti prematuri. I costi si alzano e va calcolato l’impatto complessivo sui costi energetici dovuti all’impiego estensivo della batteria.
Questa tende a diminuire di efficienza dopo molti cicli di ricarica. Inoltre i bambini dovrebbero andare a scuola con il tablet sempre carico, altrimenti o ci troviamo di fronte a un mare di scuse oppure non si può andare avanti con la lezione.
I tablet quando collegati alla rete possono essere una fonte di distrazione. Uno dei vantaggi della lettura sui libri tradizionali è la totale immersione in essa. Si legge in silenzio, ci si isola, facendosi catturare, per passione o perché costretti dalla didattica, dalle parole. Questo fattore di concentrazione è molto importante: facilita l’apprendimento. Un dispositivo sempre collegato ai social come Facebook o Instagram non è altro che un ricettacolo di notifiche che distraggono e determinano un apprendimento a singhiozzo, di minore qualità.
Delle ricerche hanno dimostrato che le persone che leggono un libro stampato leggono meglio, ricordano di più e imparano più approfonditamente di coloro che leggono solo da testi digitali.
Si deve al nostro cervello questo meccanismo: la parola scritta su pagina impegna il cervello in un processo cognitivo più complesso e ricco. Chi legge su libri poi prende nota, rafforzando i processi grazie al fatto che si impegnano di più a ricordare alcuni passaggi fondamentali.
Anche la manualità nello scrivere, cioè quel modo in cui si usa una penna o una matita, per scrivere a mano – un gesto antico e nobile – può essere perduta. E non è affatto un vantaggio, anche se il surrogato digitale appare utile.
Il digital divide può impedire l’utilizzo corretto dei tablet: le connessioni ad alta velocità sono una realtà nelle grandi città e nei capoluoghi, ma in molte cittadine di provincia e nelle zone di montagna e rurali non è affatto così.
Oggi immagini, video, testi “pesano” tutti di più in MB perché si sfrutta il cloud e la banda larga. Il consumo della rete dati costa e le scuole dovrebbero essere dotate di un servizio di fibra avanzata.
Anche produrre i tablet non è così poco invasivo: si consumano risorse ambientali. Sono impiegati minerali di tutti i tipi e viene consumata anche tanta acqua, una risorsa molto preziosa. Inoltre il calore utilizzato nei processi di produzione produce comunque dell’inquinamento da diossido di carbonio. Insomma, se tutti gli studenti del mondo li utilizzassero non è detto che l’umanità ne guadagnerebbe.
Un tablet è prezioso: si può rompere facilmente in mano ai bambini, come detto. I costi di riparazione sono alti e i tempi sono lunghi. E che succede nel frattempo? Sono previsti dei tablet sostituivi (con costi maggiori?). Il materiale prodotto dal bambino è nel cloud? È riversabile su carta? Saprebbe utilizzarlo al di fuori del contesto digitale?
I tablet, come ogni dispositivo collegato alla rete, è vulnerabile agli attacchi dei pirati informatici: i bambini possono essere dirottati su applicazioni e siti malevoli, mettendone a rischio l’incolumità fisica e psicologica.

I tablet per quanto utili e intelligenti potrebbero spingere gli studenti a copiare o cercare scorciatoie per fare i compiti, non producendo nulla di loro. Su questo sito spesso i ragazzi ci chiedono di copiare il nostro materiale, ma non è mai una cosa intelligente, visto che questa scelta rapida si ripercuoterà nel futuro. I tablet poi possono essere usati come “scusa” per non aver fatto un determinato compito, dato che potrebbe essersi “bloccato” o “guastato” o “aver perso tutto il lavoro”. Sempre meglio della scusa del cane che si è mangiato i compiti.
I tablet sono comunque uno strumento elettronico di valore: possono rappresentare una preda per i ladri e i furfanti. Immaginatevi i bambini e i ragazzi che riempiono un bus. Un carico di 50 tablet del valore ciascuno di 200 euro. Sono 10.000 euro di valore facilmente rivendibile alla portata dei malintenzionati.
In futuro tutti a scuola in iPad e simili?
Il futuro, comunque, sembra indicare questa strada ai nostri bambini e ragazzi. L’innovazione tende a imporsi quando i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi.
A livello di diffusione nel mercato, il tablet non si è ancora del tutto imposto, nel senso che rimane un po’ a mezza strada tra smartphone e notebook, senza possedere la praticità di entrambi, per gli usi più idonei.
Ma non c’è dubbio che può essere un notevole strumento didattico, anche solo per studiare e svolgere tutte le attività scolastiche e quindi essere più utile rispetto al ruolo di media per intrattenimento portatile.
Importante che i bambini non perdano la manualità dei gesti relativi alla scrittura, al disegno, alla creazione di forme geometriche e così via. Poi è chiaro che è possibile fare tutto questo anche con un tablet di buon livello come l’iPad.
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