Pro e contro dell’Unione Europea

L’Unione Europea è una organizzazione politica ed economica che riunisce e supporta 27 paesi europei.  I vantaggi di appartenere a questa organizzazione sono parecchi, soprattutto per i cittadini.

Ciononostante i paesi che vi sono entrati sono aumentati negli anni e altri ne chiedono l’adesione, come dimostrano i fatti successivi all’invasione Russia dell’Ucraina.

Segno di un successo storico senza precedenti, considerando la frequenza e la virulenza delle guerre tra paesi europei europei che hanno funestato la nostra storia. Abbiamo già scritto sul funzionamento dell’Unione Europea, articolo al quale rimandiamo per un maggior dettaglio.

Quali sono i paesi membri dell’Unione Europea

  • Austria (Vienna)
  • Belgio (Bruxelles)
  • Bulgaria (Sofia)
  • Cipro (Nicosia)
  • Croazia (Zagabria)
  • Danimarca (Copenaghen)
  • Estonia (Tallinn)
  • Finlandia (Helsinki)
  • Francia (Parigi)
  • Germania (Berlino)
  • Grecia (Atene)
  • Irlanda (Dublino)
  • Italia (Roma)
  • Lettonia (Riga)
  • Lituania (Vilnius)
  • Lussemburgo (Città del Lussemburgo)
  • Malta (La Valletta)
  • Paesi Bassi (Amsterdam)
  • Polonia (Varsavia)
  • Portogallo (Lisbona)
  • Repubblica Ceca (Praga)
  • Romania (Bucarest)
  • Slovacchia (Bratislava)
  • Slovenia (Lubiana)
  • Spagna (Madrid)
  • Svezia (Stoccolma)
  • Ungheria (Budapest)

Paesi Fondatori: la CEE

I paesi fondatori sono 6 e si tratta delle nazioni che hanno firmato per prime il Trattato Di Roma del 1957. Questi paesi sono gli stessi che hanno dato vita alla Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio prima di riunirsi a formare la CEE.

  1. Germania Ovest
  2. Francia
  3. Italia
  4. Paesi Bassi
  5. Belgio
  6. Lussemburgo

Vediamo ora una lista di benefici e di critiche rivolte all’Unione Europea.

L’Italia, come detto, è un paese fondatore e insieme alla Francia e alla Germania, e ai piccoli stati confinanti, e rappresenta il cuore dell’Europa.

La storia europea, infatti, ha ruotato sempre intorno alle vicende di questi paesi e in misura minore la Spagna (che ha conosciuto comunque la sua epoca d’oro). Non si può parlare di Europa senza parlare di Germania, Francia e Italia.

Tanto che l’Unione Europea, storicamente ed economicamente, non avrebbe senso se uno di questi grandi paesi continentali uscisse come ha fatto il Regno Unito con la Brexit.

Vantaggi dell’Unione Europea per gli stati membri

Aumenta l’influenza politica del paese: i meccanismi di funzionamento dell’Unione Europea consentono anche ai paesi piccoli di avere un peso. Ovviamente il maggior potere appartiene a quei paesi che per storia, peso economico e militare sono davanti agli altri (cioè la Germania, la Francia, l’Italia e prima il Regno Unito, oggi sostituito dalla Spagna).

Però anche i piccoli paesi possono contare e noi italiani lo sappiamo bene. Ma il vantaggio più considerevole è che l’intero blocco dell’Unione, che condivide la moneta unica (euro) e degli obiettivi di crescita, sviluppo ed economia sostanzialmente simili, rappresenta la seconda potenza economica mondiale. Non è un caso che paesi come Stati Uniti e Russia vogliano indebolirla, aumentando le fratture tra i paesi membri. L’unione fa la forza si suol dire, e in questo caso è proprio vero.

Pur non avendo un esercito europeo (le discussioni a livello embrionale sono di questi anni), l’UE ha un potenziale tecnologico-economico paragonabile a quello di Cina e USA ed è quindi in grado, volendo, di costruire una difesa europea militarmente avanzata. In più può esercitare una forte pressione diplomatica, grazie alla sua potenza economica. L’EU è un mercato comune. Per un’azienda che vuole vendere prodotti è una grande opportunità perché può venderlo da Dublino ad Atene, da Madrid a Helsinki.

Sicurezza e pace: il più grande traguardo dell’Unione Europea è stato quello di assicurare decenni di pace a un territorio tormentato come l’Europa. Oggi chi parla contro l’Unione Europea può farlo perché ha vissuto nel lusso di una pace duratura. Ma basta aprire un libro di storia per rendersi conto dei disastri provocati dalle guerre, scatenate quasi tutte da egoismi nazionali (il cd. nazionalismo) che oggi ritornano sotto mentite spoglie. Il nazionalismo, che è il padre putativo del sovranismo, è responsabile di aver causato le due guerre più devastanti della storia.

Crescita economica: all’interno dell’Unione Europea vigono delle leggi di libera concorrenza, che rendono il mercato europeo stabile e privilegiato. Non è un caso che tutte le multinazionali abbiano sedi in Europa. Il mercato interno è molto forte e ci sono piazze d’affari di livello mondiale. La moneta è forte e quindi non può essere fatta speculazione contro i debiti sovrani (l’Italia, senza l’euro, con il suo debito pubblico enorme sarebbe stata esposta a una violenta speculazione).

Per il consumatore l’Unione Europea ha fatto più di tutti, con diritti che oggi diamo per scontati (esempio il diritto di recesso e di restituzione della merce) ma che semplicemente prima non c’erano.

Gli stati mantengono la loro indipendenza. Probabilmente c’è troppa sovrastruttura e burocrazia nell’Unione Europea, ma la verità è che gli stati mantengono la loro sovranità di base. Hanno ceduto parte di quella economica perché condividono la moneta e la banca centrale. Ma all’interno di questa cornice i governi sono liberi di prendere le decisioni che vogliono, anche di uscire dall’Unione se lo ritengono più comodo.

L’Unione Europea è una potenza economica, difficile da battere: la Brexit ha messo in luce un fatto sconosciuto ai più. Quando l’Unione negozia con altri paesi dei trattati commerciali, lo fa nella sua interezza. Di conseguenza il Regno Unito, uscendo dall’Unione, è costretto a rinegoziare quasi 200 accordi economici con altri paesi, da una posizione di minor forza. Avendo un grosso mercato di consumatori, l’Unione Europea fa gola a tutte le aziende del mondo, che però devono contrattare con un’organizzazione forte, con una moneta forte e una domanda interna altamente sviluppata. Non è un caso che l’UE irroghi forti multe nel campo del libero commercio ad aziende straniere e che queste, sostanzialmente, debbano adeguarsi. I vantaggi per i cittadini europei sono a cascata.

Libertà di spostamento: grazie agli accordi di Schengen i paesi europei hanno introdotto la libera circolazione delle persone all’interno dei confini dell’allora Comunità Economica Europea. Questo accordo è poi entrato a far parte delle regole dell’Unione Europea. In pratica oggi i cittadini europei possono circolare liberamente tra le frontiere dei paesi membri, senza subire controlli tipici di frontiera. Anche le merci circolano liberamente prive di dazi doganali e quindi a costo zero.

Questa unione doganale consente ai cittadini di acquistare beni a prezzi competitivi, risparmiando denaro che può essere reinvestito, aumentando la ricchezza globale. Non è un caso che i paesi europei possiedano i programmi di protezione sociale più avanzati del mondo.

L’Unione Europea è all’avanguardia contro la discriminazione. I paesi non possono avallare leggi che discriminino i cittadini per le loro opinioni politiche, per la religione, per la razza, per il sesso.

Gli stati europei favoriscono l’integrazione, il commercio, lo scambio culturale: i giovani possono studiare fuori dal loro paese natale, è possibile svolgere attività politica ovunque nel territorio della UE, così come svolgere attività commerciale, in un quadro legale molto chiaro ed omogeneo.

E ora vediamo quali sono gli svantaggi dell’Unione Europea

  • L’Unione Europea ha un costo. L’Italia, per esempio, nel 2016 ha pagato 13.939 milioni di euro, cioè quasi 14 miliardi di fondi destinati al bilancio comunitario. In cambio però abbiamo ricevuto 11,59 miliardi in fondi europei. Quasi la metà di questi fondi vanno all’agricoltura, il 39% alle politiche di coesione, 11,6% a ricerche e sviluppo, il resto a politiche di cittadinanza, sicurezza, giustizia, pubblica amministrazione. Stiamo parlando quindi di un costo di 2 miliardi e mezzo. Con i quali sostanzialmente paghiamo i benefici di cui sopra. Molto o poco sta a voi giudicare.
  • La politica agricola comunitaria tende a incentivare la sovrapproduzione per il costo minimo dei beni, ignorando le basilari regole di mercato della domanda e dell’offerta. Si perdono soldi perché si deve distruggere la sovrapproduzione. Nonostante gli agricoltori rappresentino appena il 6% del prodotto lordo dell’Unione Europea, essi, come abbiamo visto ricevono il 30% dei fondi europei. Quasi tutti per sostenere un settore che non viene fatto lavorare secondo le leggi della domanda e dell’offerta. Inoltre la PAC non protegge i piccoli agricoltori, gli allevatori e i contadini. La maggior parte dei fondi è destinata a grandi industrie del settore, mega-fattorie, allevamenti industriali.
  • È difficile coordinare la sicurezza a tutti gli effetti, spesso i servizi segreti e le agenzie di sicurezza si muovono sulla scorta di intese bilaterali tra paesi.
  • Eccesso di burocrazia: a volte si ha la sensazione che il governo di Bruxelles sia formato da burocrati che non sanno nulla delle realtà locali. Ogni procedura sembra incredibilmente lenta e farraginosa. C’è sicuramente un’eccessiva burocrazia, alimentata dal prestigio economico e dal potere effettivo derivante dai trattati internazionali.
  • I paesi europei sono tassati più che altrove. La stragrande maggioranza dei paesi europei ha un sistema fiscale complicato e pesante, reso necessario dal mantenimento del welfare e dalle inefficienze locali. Non è colpa dell’Unione Europea naturalmente, ma uniformare il fisco doveva essere un obiettivo che ancora non è stato raggiunto.
  • Nonostante le istituzioni europee siano state modificate con il trattato di Lisbona, ancora oggi i cittadini faticano a identificarsi con i leader politici che comandano in Europa. Soprattutto se entrano in conflitto con i politici nazionali che hanno assunto un incarico in seguito a delle elezioni.
  • L’Euro è un argomento dominante: la valuta è un mezzo, non è il fine dell’economia. Eppure, l’intera vicenda economica dell’Unione sembra ruotare intorno all’euro. In prospettiva, analizzando il corso della storia europea, l’Euro ha fatto bene. Ma una politica troppo rigida economicamente può risultare dannosa nel breve periodo.
  • Permangono gli egoismi nazionali. È chiaro che la risposta a questo non dovrebbe essere quella di aumentare gli egoismi nazionali, perché poi ogni stato pensa per sé. Ci vorrebbe più Europa, o meglio una Europa più giusta ed equa. Ad esempio: la Germania ha chiesto recentemente alla Francia di abbandonare il proprio seggio permanente nel consiglio di sicurezza ONU, in favore dell’EU. Non ha accettato. Ed è grave. Sulla politica dell’immigrazione, i paesi del nord (non la Germania che ha accolto molti più migranti dell’Italia) e del centro Europa hanno mostrato ben poca solidarietà verso l’Italia, paese esposto a causa della sua posizione geografica. Gli esempi sono molteplici: questa sensazione di divisione, che non ha ancora portato alla creazione di un esercito europeo, che sarebbe un enorme passo avanti (eliminando la dipendenza dall’economia bellica americana), si riflette anche nella politica internazionale.
  • Francia e Italia, anziché essere alleate, sono spesso rivali per grandi questioni. E questo è sbagliato. Fino a che l’UE non avrà dimostrato di poter essere una cosa sola anche su queste questioni, continuerà a ricevere critiche, nonostante gli indubbi vantaggi. Il primo dei quali è la pace. Anche se a noi che non abbiamo conosciuto la guerra, sembra tutto scontato.

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