Differenza tra utopia e distopia

Il termine Utopia si riferisce a una società ideale e perfetta in cui tutti i membri sono felici e tutto fila liscio senza problemi.

La distopia, invece, riguarda un tipo di società che è l’opposto dell’utopia, caratterizzata da povertà, sofferenza e oppressione. In una società distopica, gli individui sono privati delle loro libertà e vivono in una costante paura e miseria.

Le società utopiche sono spesso ritratte come caratterizzate da un sistema sociale, politico ed economico perfetto, con un’equa distribuzione delle risorse, l’assenza di povertà e di conflitti e l’attenzione al bene superiore per tutti i membri.

Le società distopiche, al contrario, sono contraddistinte da controllo e sorveglianza da parte del governo o di enti che godono di particolari privilegi, come grandi multinazionali e agenzie.

Le libertà individuali sono limitate, la povertà e la disuguaglianza diffuse e non c’è accesso a una libera informazione che sveli il vero volto del potere che opprime le persone.

Esempi storici e letterari di utopia e distopia

Le opere utopiche possono essere fatte risalire a “Utopia” di Sir Thomas More (Tommaso Moro), scritto nel XVI secolo, che descriveva una società insulare con un sistema sociale e politico perfetto.

Il modello classico era stato offerto da Platone, che raccontava il mito di Atlantide nell’opera Il Timeo.

Un romanzo che trasmette un’atmosfera utopica è “Il giuoco delle perle di vetro” di Hermann Hesse.

Le opere distopiche sono diventate sempre più popolari in tempi recenti, con esempi come “1984” di George Orwell e “Brave New World” (Il mondo nuovo) di Aldous Huxley.

Romanzi moderni che possono essere associati al genere sono inoltre:

  • The Hunger Games di Suzanne Collins
  • Divergent di Veronica Roth
  • Maze Runner di Jams Dashner
  • La strada di Cormac McCarthy (un autentico capolavoro della letteratura contemporanea)
  • Il racconto dell’Ancella di Margaret Atwood

Queste opere servono spesso da ammonimento sui pericoli del potere incontrollato del governo e dell’erosione delle libertà individuali.

Il filone letterario può essere ricompreso nel più ampio genere della fantascienza e ha influenzato anche il cinema e le serie TV. Molte opere cinematografiche e televisive di successo sono state tratte dai libri sopra menzionati.

Si segnalano inoltre serie TV come:

  • Black Mirror
  • The 100
  • Snowpiercer
  • Person of Interest

E film come:

  • Matrix
  • Elysium
  • Mad Max: Fury Road
  • La purga
  • Mad Max
  • Equilibrium
  • Children of Men (uno dei migliori film degli ultimi 20 anni)

I temi affrontati

Le opere distopiche esplorano spesso i temi del potere, del controllo di massa, della sorveglianza del privato, della libertà di movimento e di pensiero e della condizione umana.

Mettono in discussione il ruolo del governo e del potere nella società dell’informazione, ed esaminano le conseguenze di un controllo eccessivo oppure insufficiente.

Queste opere, inoltre, sfidano il lettore a riflettere su cosa costituisca una “buona” società e su cosa sia necessario per mantenerla, mostrando limiti e contraddizioni, e la fallacità del pensiero umano.

Servono a ricordare i pericoli dell’estremismo politico e l’importanza delle libertà individuali.

Queste opere continuano inoltre a ispirare dibattiti politici e sociali e a sollevare importanti questioni sul ruolo del governo nella società e sull’equilibrio tra ordine e libertà.

Esplorando le conseguenze dell’estremismo, forniscono preziose indicazioni su ciò che rende una società giusta ed equa e su ciò che deve essere evitato a tutti i costi.

Lo vediamo bene nel romanzo seminale di George Orwell “1984”, nel quale la distorsione della verità è una professione quotidiana, che pervade l’intera opera, sia nella dimensione pubblica del protagonista, sia in quella privata.

Un fenomeno contemporaneo riguarda lo studio degli effetti della tecnologia sulle libertà individuali: il ruolo dei social media, che conseguenze comporta l’essere ripresi da migliaia di fotocamere in mano a individui che non conosciamo.

Che valore ha la privacy di fronte alla pervasività e onnipresenza dei dispositivi tecnologici, ormai entrati nell’uso quotidiano.

E quindi il ruolo delle grandi multinazionali tecnologiche, che raccolgono e conservano miliardi di dati personali, utilizzati quasi sempre per scopi commerciali.

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