La Peste Nera del Boccaccio, che si sparse in Europa nel 1347 e negli anni successivi dimezzò la popolazione europea, dopo un lungo periodo di crisi economica che fu acuito da questa epidemia. Ecco alcune curiosità che faranno luce sulle cause e sulle conseguenze di questa pandemia che colpì duramente il nostro paese e l’Europa intera, segnando la storia del nostro mondo per secoli.
Le stime più alte delle vittime della Pesta Nera puntano a 2/3 della popolazione europea. Allora la popolazione del continente era di poco superiore ai 120 milioni di abitanti e l’Italia e la Francia erano i paesi più popolosi. Perirono da 50 a 75 milioni di persone, ma appunto c’è chi pensa che questa cifra non basti.
La Peste Nera è un termine moderno, ma allora era conosciuta come Grande Morte o Morte Nera oppure semplicemente la Pestilenza.
La diffusione della peste non cessò del tutto con il 1351, anno con il quale viene identificato il termine dell’emergenza, ma ci furono episodi di recrudescenza, come la peste narrata dal Manzoni nei Promessi Sposi.
Quella del 1348 fu per portata la più grave e ampia, superando persino l’epidemia del tempo di Giustiniano nel sesto secolo, che decimò la popolazione europea.
Il motivo per cui si diffuse tanto è che c’erano le condizioni, oltre ai trasporti dei topi, che si facevano vettori delle pulci che la causano, nelle imbarcazioni, per via degli aumentati scambi tra occidente e oriente. Ad esempio, a causa di un periodo freddo e una crescita esponenziale della popolazione, uomini e animali stettero più a contatto dentro le città. Gli animali e i topi non trovavano cibo nei raccolti rovinati dal gelo e si riversavano in città, spargendo la pestilenza.
La peste arrivò tardi in Europa, rispetto ai primi focolai in Cina e in Asia. In India fece danni come in Europa. Qui arrivò prima in Russia e quando i Tatari vennero a contatto con i genovesi, nell’assedio di Kaffa nel Mar Nero, pare che lanciassero contro di loro dei corpi infettati.
A Messina nel 1347: una nave genovese proveniente dal Mar Nero approdò carica di moribondi, che presentavano dei sintomi terrificanti, con i classici bubboni neri che crescevano sul collo, negli avambracci, sputando sangue. Chiunque era a bordo morì nei giorni seguenti. Dalla Sicilia la piaga si diffuse in tutta Europa raggiungendo persino l’Islanda.
In Italia la peste colpì duramente dimezzando la popolazione della ricca penisola. La cattedrale che oggi vediamo è sostanzialmente una incompiuta: era stata progettata per essere la più grande del mondo, ma dopo la peste che invase la Toscana, non ci furono più uomini e mezzi.
La peste comunque nel 1349 era già arrivata al Nord Europa, attraverso i traffici dell’Inghilterra. In Norvegia a Bergen approdò una nave carica esclusivamente di cadaveri. L’aspetto terrificante era anche dovuto a queste scene, che poi passavano di bocca in bocca aumentando il panico e l’orrore.
Le cause della peste oggi sono abbastanza conosciute: avviene per contagio aereo del bacillo della Yersinia Pestis, che si trova principalmente nelle pulci che infettano i roditori. Da questi si trasmettevano all’uomo essendo i mammiferi più diffusi allora. Altri studi controcorrente rivelano che non fu peste, ma una infezione di antrace o tifo.
Lo Yersinia Pestis infetta lo stomaco del suo vettore, la pulce. Questa trasmette il bacillo al topo. Le conseguenze sono di tre tipi. La peste bubbonica causata dai morsi delle pulci, i batteri si muovono verso i linfonodi e si moltiplicano formando i famigerati bubboni. La peste polmonare che provoca eruzioni di sangue e la contaminazione aerea, la peste batterica che provoca setticemia infettando direttamente il sangue. Tra le tre è la peste polmonare quella che dava meno scampo.
Per i medici del medioevo, che conoscevano poco le malattie causate dalla scarsa igiene, la pestilenza al peggio era una punizione divina per i peccati commessi dall’Uomo. Per secoli nessun imputò ai roditori in città e in campagna la causa della pesta. Nel frattempo si fece in tempo ad accusare gli Ebrei, anche se gli stessi venivano infettati quanto i Musulmani o i Cristiani. Seguirono espulsioni e veri e propri progrom. A Strasburgo l’intera comunità ebraica fu posta di fronte al dilemma di morire o convertirsi. Furono uccisi a migliaia.
Come conseguenza della peste si ebbe una recrudescenza del fanatismo, ma anche la perdita di peso del potere temporale della Chiesa, che due secoli dopo subì lo scisma d’occidente.
Altri episodi di peste si verificarono, come nel 1630 in Italia del Nord, raccontata dal Manzoni, come una sorta di giustizia metaforica, che lava i peccati oppure quella del 1665 che arrivò a colpire Londra. A fine dell’800 essa raggiunse persino gli Stati Uniti, favorita dal commercio con la Cina, dove le epidemie erano frequenti.
La peste è ancora diffusa, non è più mortale come prima però, essa colpisce laddove entrino a contatto roditori e umani, in zone rurali. Ancora nel 1998 essa era molto diffusa negli animali in stati come gli USA, il Brasile, l’Argentina, il Perù, la Siria, il Sud Africa, la Cina, l’Afghanistan, il Kazakistan, l’India.