I dittatori più crudeli e peggiori della storia

Chi sono i tiranni più violenti, crudeli e sanguinari della storia? Quali dittatori sono al top dei top quando si tratta di fare una classifica?

Esempi di cattiveria, brutalità, crudeltà sono presenti praticamente in ogni epoca della storia. Anche leader illuminati, amati dalla storiografia e dal pubblico, come Giulio Cesare, non si sono esentati dall’usare la violenza.

Nel caso di Cesare delle ricostruzioni storiche parlano di “genocidio in Gallia”, con forse un milione di vittime tra le tribù galliche e germaniche che si trovò di fronte durante la sua più famosa conquista.

Anche le potenze Alleate, durante la Seconda Guerra Mondiale, non hanno lesinato la durezza e la violenza: Churchill, per esempio, era a favore dei bombardamenti strategici con lo scopo di incutere terrore nelle città tedesca. Fu sua la decisione di radere al tappeto l’antica città di Dresda.

E che dire degli americani? Truman non ebbe remore a dare gli ordini per il primo e unico bombardamento atomico della storia contro il Giappone, in cui a pagare furono soprattutto i civili. Questo, si disse, per rispondere alle azioni terroristiche e alla crudeltà del nemico, che in effetti si era superato, violando ogni convenzione sul trattamento dei prigionieri.

Non sorprenderà dunque che nella classifica dei dittatori e degli uomini più crudeli di sempre vi siano personaggi più vicini a noi che al passato, a dimostrazione del fatto che se la guerra porta progresso tecnologico, porta anche una gigantesca distruzione.

Pol Pot

Il leader della rivoluzione cambogiana è quasi il dittatore sanguinario per antonomasia. Nella sua brevissima stagione politica è stato il primo ministro della Cambogia per tre anni. Fervente comunista, credeva nell’applicazione totale dei principi di questa ideologia, che negava non solo la proprietà privata, ma anche quella di pensiero.

Nel tentativo di trasformare la società cambogiana in una sorta di inferno rurale, commise un genocidio contro la sua stessa popolazione. Molti abitanti delle città furono fatti schiavi per lavorare nei campi come contadini. Si stima che siano morti 2 milioni di cambogiani.

Attila, re degli Unni

Attila era il principale esponente, il re e non un dittatore dunque, della tribù degli Unni, che dalle steppe asiatiche si riversò in Europa, dopo decenni di pressione contro i suoi vicini. Popolazione nomade per eccellenza, gli Unni vivevano in tenda e sostanzialmente a cavallo, il mezzo rapido sul quale avevano imparato a vivere e combattere.

Feroci fino al punto di scatenare la fantasia e il terrore a migliaia di chilometri di distanza, con Attila gli Unni entrarono nel cuore dell’Impero Romano, devastando l’Italia e sognando di prendere Roma. Due milioni i morti sul suo conto, ma fu fermato da Ezio e dalla sua coalizione di romani, Germani e Goti nella decisiva battaglia dei Campi Catalaunici.

Leopoldo II del Belgio

In tanti ignorano che Leopoldo II re del Belgio di diritto appartiene a questa lista. Egli è l’emblema della crudeltà del colonialismo europeo ben rappresentato in un romanzo epocale come Cuore di Tenebra (da cui è tratto Apocalypse Now) di J. Conrad.

Il Belgio, grazie allo sfruttamento estensivo della sua unica colonia, il Congo oggi Zaire, riuscì a diventare la sesta potenza economica del mondo, all’inizio dello scorso secolo. Schiavizzò la sua colonia, la sfruttò economicamente sia per le risorse minerarie che per quelle biologiche, arrivando a far morire 3 milioni di congolesi.

Idi Amin

Tra i tanti perfidi dittatori africani del periodo post-coloniale, Idi Amin, dittatore dell’Ugana, merita sicuramente un posto tra i più violenti e stravaganti di tutta la storia.

Dopo un colpo di stato militare, si proclamò presidente e cominciò una politica di eccidi ed epurazioni, culminata nella persecuzione degli asiatici nel suo paese e la morte di centinaia di migliaia di persone tra i suoi connazionali.

Tra i suoi peggiori crimini vi fu la sistematica uccisione di civili innocenti e l’utilizzo di prigione sotterranee per torture ed esecuzioni estreme. Si dice addirittura che Idi Amin fosse una specie di cannibale e che, a volte, mangiasse la carne e gli organi interni delle sue vittime.

Si contano almeno 500.000 vittime a suo nome. In soli otto anni di potere scellerato.

Josef Stalin

Il nome di Stalin, letteralmente l’uomo d’acciaio, incute ancora timore e rispetto. Leader della resistenza sovietica contro l’invasione nazista, il georgiano Stalin esemplificò al meglio l’idea di leader totalitario, come rappresentato nel romanzo di Orwell 1984.

Capace di governare il suo paese ininterrottamente per quasi 30 anni, di elevarsi al di sopra della classe politica rivoluzionaria della prima era dei Soviet, Stalin fu essenzialmente l’uomo più potente del suo tempo e uno dei più potenti di sempre.

Questa enorme concentrazione di potere unita all’impulso dato all’economia sovietica, che trasformò l’URSS da paese rurale a gigante dell’industria pesante, fece di lui un dittatore feroce, sanguinario, calcolatore, perfido. Il pugno di ferro con il quale eliminò oppositori interni ed esterni non fu meno efficace della sua notoria ambiguità, come quando strinse un patto di alleanza con Hitler, culminato nella spartizione della Polonia.

Durante il suo trentennio, direttamente o indirettamente, egli è considerato responsabile della morte di circa 20 milioni di persone. Soprattutto a causa della carestia ucraina, provocata dalle sue politiche.

Mao Zedong

Il leggendario leader cinese Mao Zedong (Tse-tung) probabilmente ha dalla sua il maggior numero di vittime, si stima intorno ai 50 milioni. Fondatore della Repubblica Popolare Cinese, la seconda potenza mondiale oggigiorno, Mao era un comunista radicale che credeva in una visione propria, distinta da quella sovietica. Anche se all’inizio i due paesi erano alleati.

Le morti si devono principalmente al grande passo in avanti determinato dalla Rivoluzione Culturale, una riforma che prometteva un cambiamento radicale del sistema di governo e del sistema economico cinesi, che invece non fece altro che mettere gli uni contro gli altri. Ispirando in seguito Pol Pot, Mao trasferì in massa gli abitanti delle città e gli operai nel campagne, provocando il crollo della produzione agricola cinese.

E di conseguenza una carestia che fece morire 13 milioni di persone. Mao, come Stalin, era un leader spietato, ambiguo, che non esitava a eliminare freddamente gli oppositori politici e i dissidenti.

Adolf Hitler

Adolf Hitler viene considerato il dittatore più sanguinario non tanto per le pene inflitte al suo popolo, quanto per le conseguenze globali della sua politica. Come nel caso di Stalin, quando un uomo politico ha molto potere in un paese ricco e industrioso come la Germania, c’è da temere il peggio. A Hitler e alla sua sconsiderata politica nazionalista si deve lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Capo e ispiratore dell’ideologia nazista, che propugnava la superiorità della presunta razza ariani contro Ebrei, omosessuali, ROM, slavi, portatori di handicap, persone di colore. Hitler firmò personalmente gli ordini della soluzione finale (Shoah) che condusse allo sterminio programmato di 6 milioni di ebrei.

A queste morti si aggiungano le devastazioni e le violenze nelle retrovie durante la disastrosa campagna di Russia (operazione Barbarossa), culminata in veri e propri stermini contro le popolazioni inermi. Le esecuzioni dei civili, volute da lui stesso, furono la regola fin dal primo giorno dell’invasione polacca e divennero sempre più crudeli e sistematiche con l’avanzata delle truppe tedesche in ogni direzione.

Altri dittatori famosi e/o crudeli

Benito Mussolini: tenne sotto il suo pugno l’Italia per un ventennio, portandola in guerra senza criterio a fianco dei Nazisti. Finì i suoi giorni come capo del governo di uno stato fantoccio, nel quale i nazisti e le bande fasciste compivano eccidi e stragi di ogni tipo.

Come dittatore Robert Mugabe è stato responsabile di persecuzioni, imprigionamenti, torture e carestie in Zimbabwe. I massacri del Gukurahundi, tra il 1982 e il 1987, sono stati compiuti dalla Quinta Brigata dell’Esercito Nazionale dello Zimbabwe e hanno causato la morte di almeno 10.000 Ndebele, l’etnia dominante in Zimbabwe, per lo più civili.

Saddam Hussein: dapprima amico dell’Occidente in funziona anti-iraniana, Saddam perse i favori degli americani e degli europei quando invase il Kuwait nel 1990. Gasò i curdi, ed eliminò gli oppositori politici, oltre ad aver trascinato il suo paese in una dispendiosa guerra contro l’Iran.

Francisco Franco: se la Spagna ancora negli anni 80, nonostante il ritorno alla democrazia, era un paese arretrato, si deve a lui. Ha tenuto il governo così a lungo da aver fatto dimenticare agli spagnoli il concetto di libertà.

Nicolae Ceaușescu fu un dittatore rumeno, che all’apice del suo potere era molto famoso nel mondo, perché voleva trasmettere un’immagine di modernità del suo paese. Insieme alla moglie fu praticamente l’unico capo comunista a sparare sul suo popolo durante le rivoluzioni del 1989.

Bashar al-Assad è l’attuale “presidente” siriano che ha ridotto in macerie due delle più antiche città mai costruite dall’uomo: Aleppo e Damasco. In carica dal 2000, è stato accusato dall’ONU di aver usato armi chimiche. Appoggiato dalla Russia.

La dinastia Kim in Corea del Nord, il paese più isolato del mondo, ha sfornato tre leader. Ai primi due (Kim Jong Il e Kim il Sung, il fondatore) vengono attribuiti almeno 7 milioni di morti.

Augusto Pinochet fu un dittatore cileno, generale e uomo di riferimento di questa ricca nazione sudamericana per almeno 30 anni. Aiutato dalla CIA eliminò il presidente eletto Allende, dando vita a una dittatura sanguinaria, che si rese responsabile di migliaia tra omicidi e torture.

Slobodan Milosevic, capo della Serbia dopo lo scioglimento della Jugoslavia, nel suo breve ma intenso periodo al potere, ha avuto la brillante idea di scatenare 3 conflitti sanguinari: contro la Croazia, la Bosnia e in Kosovo.

Fidel Castro all’inizio non pensava nemmeno di fare il leader socialista. Nella sua idea iniziale Cuba doveva essere sicuramente libera, ma non una spina nel fianco degli USA. Ha tenuto il potere per quarant’anni, spegnendo ogni forma di dissenso interno che si è tradotto nella fuga verso la Florida di molti cubani, non senza pagare un prezzo.

Letture consigliate…

  • Mussolini il capobanda, di Aldo Cazzullo (2022): perché dovremmo vergognarci del Fascismo. Un racconto crudo e ben documentato sulla vera natura di Mussolini e della sua dittatura.
  • La dura vita del dittatore: di Simone Guida, autore del canale Nova Lectio su YouTube.

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