Differenze tra Prima e Seconda Guerra Mondiale

Le differenze tra Prima e Seconda Guerra Mondiale riguardano principalmente gli armamenti impiegati, gli schieramenti in campo, il coinvolgimento della popolazione civile, l’influenza delle ideologie.

A differenza della Prima Guerra Mondiale, o Grande Guerra, la Seconda fu molto più violenta e totale: essa coinvolse i civili come i militari e le perdite furono abbondanti soprattutto tra i primi a causa della sperimentazione e dell’uso di armamenti sempre più potenti e sofisticati.

La tabella di confronto

Lo sviluppo dell’aviazione militare fu decisivo nel produrre morti nelle città: i bombardamenti nazisti di Londra, Rotterdam e Amsterdam erano semplici azioni terroristiche basate proprio sul terrore, produrre paura e sconcerto nelle file avversarie, soprattutto nella popolazione non presente al fronte.

Ma fu una guerra totale anche perché le intere risorse delle nazioni furono messe al suo servizio: mentre milioni di uomini erano al fronte, milioni di donne li sostituivano nelle fabbriche.

L’economia tradizionale fu convertita in economia di guerra, le nazioni misero tutto quello che avevano di proprio e anche di altrui (come dimostrano le politiche di aiuto militare degli Stati Uniti nel biennio 1939-1941 e anche successivamente) per combattere il nemico, non risparmiando in nessun settore.

In Germania l’industria degli armamenti raggiunse risultati mai visti prima per capacità organizzativa e produttiva e fu solo quando gli Stati Uniti raggiunsero il picco di produzione di aerei, navi e carri armati, che le cose iniziarono a cambiare.

Anche la società civile, l’alta borghesia, gli intellettuali e gli scienziati furono chiamati a raccolta ognuno per fare la propria parte.

Insomma, mentre la Prima Guerra Mondiale, pur col suo carico di morte e lutti, rimase confinata ai fronti, dilaniati dalle mitragliatrici, la Seconda fu guerra totale e di movimento, dove nessuno poteva considerarsi al sicuro.

Fu guerra devastante, di consumazione e di annientamento, fatto anche su basi razziali, come dimostra l’Olocausto contro gli Ebrei, perpetrato dalla Germania nazista. Una guerra talmente efferata da aver provocato più di 60 milioni di morti.

Riassunto delle principali differenze

Le armi sul campo di battaglia

Differenze nelle armi: durante la prima guerra mondiale l’artiglieria da campo era fissa, usata nelle trincee e contro le trincee nemiche per bombardare pesantemente le postazioni nemiche prima di un assalto.

Ad esempio, a Caporetto gli austro-tedeschi fecero precedere l’avanzata da un vasto fuoco di artiglieria di diverse ore, che spezzò le prime difese italiane. Nella seconda guerra mondiale, l’artiglieria viene impiegata spesso su mezzi semoventi nel campo di battaglia, a seguito delle truppe di fanteria, su speciali mezzi cingolati e a ruote.

Lo sbarco in Normandia

L’impiego del carro armato

Il carro armato: quest’arma è la protagonista della seconda guerra mondiale, nella prima guerra invece arriva troppo tardi e non si capisce nemmeno come usarlo. Nel conflitto 1939-1945 è il grande protagonista delle invasioni. Nascono anche le armi anticarro, fondamentali  per bloccare le avanzate delle divisioni corazzate.

I carri armati vengono impiegati per penetrare nel territorio nemico e condurre enormi accerchiamenti.

La potenza di fuoco del carro è coadiuvata dalla corazza spessa, dalla velocità di manovra nei campi aperti e dalla possibilità di agire come “gruppo” a sé stante, che precede le unità meccanizzate (la fanteria in camion, moto o jeep).

La logistica e i vettovagliamenti:
nel 1914-1918 i cavalli erano ancora indispensabili per portare rifornimenti al fronte, insieme ai treni. Nella seconda guerra invece la meccanizzazione è completa e vengono impiegati camion, moto, aerei, cargo e jeep. I cavalli e i muli comunque continuano a essere utilizzati, soprattutto nell’Operazione Barbarossa.

L’uso dell’areonautica militare: gli aerei da guerra

L’aeronautica e i bombardamenti: nella prima guerra mondiale abbiamo l’epoca eroica dell’areonautica militare. I piloti sono celebrati come “assi” del cielo; si assiste più a sfide individuali, non ci sono bombardieri, ma solo caccia.

Nella prima guerra mondiale venivano usati dei dirigibili con funzioni di avvistamento e sorveglianza, ma erano facile preda dell’artiglieria nemica.

Nella seconda guerra mondiale, stormi di caccia scortano invece i bombardieri: nel cielo i caccia si affrontano per mantenere la superiorità aerea e consentire ai bombardieri di lanciare bombe sulle città nemiche, colpendo impianti, fabbriche, infrastrutture come ponti, strade e ferrovie.

Gli aerei svolgono una importante opera di ricognizione, vengono identificati stabilimenti industriali, caserme, depositi, laboratori. La fotografia aerea mette le basi dello spionaggio tipico della Guerra Fredda.

I bombardamenti strategici sui civili sono la conseguenza dell’uso pesante dell’aviazione. La popolazione civile viene coinvolta anche quando è distante dai campi di battaglia. Si chiamano bombardamenti strategici perché non vogliono conseguire un obiettivo tattico (ad esempio distruggere uno snodo ferroviario), ma strategici: cioè demoralizzare l’avversario per farlo arrendere e uscire sconfitto dalla guerra.

Le tattiche di guerra: dalla guerra di posizione alla guerra lampo

Le tattiche di guerra: nella prima guerra mondiale i Tedeschi pensavano di poter avanzare rapidamente passando dal Belgio fino a Parigi, sacrificando la neutralità belga e scatenando la reazione inglese.

Ma contavano sullo sfondamento della fanteria tedesca, considerata la più forte e meglio armata del continente.

Contrariamente alle aspirazioni del Kaiser, l’avanzata tedesca si arenò quasi subito, dando luogo alla guerra di posizione in trincea nella quale le linee nemiche si arenano per anni, mandando al massacro milioni di soldati per guadagnare pochi chilometri.

Non è un caso che gli Alleati vincano per l’esaurimento delle forze dei Tedeschi e degli Austriaci, non per una vera disfatta militare degli avversari.

Nella guerra del 1939-1945 invece i Tedeschi riescono a ottenere sul terreno ciò che si aspettavano sulla carta: una veloce affermazione in ogni fronte, sfruttando le incursioni delle divisioni corazzate e meccanizzate.

La strategia è quella della “guerra lampo” o “blitzkrieg”: divisioni di carri armati leggeri, ma veloci, si incuneano nel territorio nemico, scompaginando le linee e permettendo veloci manovre di aggiramento.

I Tedeschi riusciranno a sfruttare questa strategia fino alla campagna di Russia (Seconda Battaglia di Kharkov) nel 1942. Le tattiche dello sfondamento a cuneo verrà ripresa anche da generali americani come Patton e nel periodo moderno dall’esercito israeliano nella Guerra dei Sei Giorni (1967).

La seconda guerra mondiale è totale

Nella prima guerra mondiale si combatteva per il primato in Europa, tra grandi nazioni europee. Il militarismo tedesco è alla base dell’attacco germanico. I governanti tedeschi pensavano che lo status quo tra le potenze non rispecchiasse i reali rapporti di forza.

In effetti, nel 1914 la Germania era la seconda potenza economica del mondo dopo gli USA, prima in settori fondamentali come la chimica, l’industria siderurgica e quella meccanica.  Inghilterra e Francia combattevano per mantenere la loro posizione di predominio. L’Italia per affermare il suo diritto alle terre irredente e completare il Risorgimento.

Nella Seconda Guerra Mondiale invece ci fu uno scontro totale ideologico. Da un lato le democrazie occidentali, all’altro i regimi totalitari. Per Hitler la guerra era totale per definizione, coinvolgeva tutto il popolo tedesco, con le sue presunte aspirazioni. Non è un caso che queste ideologie estreme abbiano condotto a tragedie assurde come l’Olocausto, semplicemente obbedendo alla cieca ideologia nazista. Il fascismo si proponeva come Terza Via tra capitalismo e socialismo, ma alla fine fu sconfitto duramente dall’alleanza tra URSS e Angloamericani.

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