Chi sono i condottieri romani più famosi e più grandi? Vediamo un elenco ragionato con imprese, biografie e battaglie che hanno fatto la storia.
I grandi condottieri
Publio Cornelio Scipione Africano
Il vincitore di Annibale imparò i segreti della guerra proprio dal suo grande nemico, dopo aver servito la causa del padre in Spagna e in Italia, durante i momenti più cruenti della Seconda Guerra Punica.
L’Africano escogitò il piano di attaccare Annibale in patria, effettuando uno sbarco in Africa e creando le condizioni per una battaglia campale (Zama) decisiva.
Era molto innovativo, ordinato e intelligente, sebbene avesse un talento politico inferiore a quello militare e finì la sua avventura politica in esilio.
Battaglie famose: Ilipa, Zama.
Gaio Mario
Padrino politico della fazione dei populares ed erede spirituale del partito graccano, Mario era un autentico uomo nuovo, non appartenente ad alcuna famiglia nobile.
Era cocciuto, burbero, arrogante, ma indubbiamente abile nel comando.
La sua più grande innovazione è alla base dell’ulteriore espansione dell’Impero da Pompeo e Cesare in avanti: l’esercito professionale. I soldati ricevevano una paga e un addestramento, oltre all’equipaggiamento.
Fu con Mario che si impose il modello della coorte, una unità paragonabile al battaglione, in grado di operare autonomamente all’interno della legione. La riforma mariana dell’esercito ebbe effetti negativi sulla stabilità politica e di fatto fu la miccia che accese il fuoco dell’autocrazia militare.
Mario fu salutato come Salvatore di Roma quando sconfisse i Cimbri e i Teutoni, due popoli germanici che erano riusciti a spingersi fino all’Italia settentrionale. Come politico occupò il consolato per ben 7 volte.
Battaglie: Acquae Sextiae, Campi Raudii.
Lucio Cornelio Silla
Abile stratega e vero maestro del sotterfugio, Silla iniziò la sua carriera sotto le insegne di Mario, che divenne suo rivale.
Fu lui a catturare Giugurta e consegnarlo a Mario e fu decisivo nella grande Battaglia dei Campi Raudii contro i Cimbri, al servizio dei consoli Mario e Lutazio Catulo.
Quando intraprese la carriera politica, la lotta tra le fazioni a Roma era ormai degenerata. Mario, vecchio e ambizioso e incapace di tenere a bada i suoi luogotenenti Cinna e Sulpicio Rufo, gli sfilò il comando della guerra mitridatica, motivo per cui Silla, come esponente della fazione senatoria, marciò su Roma.
Il suo gesto era illegale e inedito e iniziò una stagione di autentico terrore. Riuscì a battere Mitridate, che si era spinto fino in Grecia, liberando le province romane d’Oriente, con il capolavoro di Cheronea.
Una volta tornato a Roma sconfisse definitivamente la fazione dei mariani e impose la dittatura, ma a sorpresa si ritirò dalla vita pubblica, lasciando lo stato nelle mani dei suoi successori.
Era un’abile stratega e a Cheronea, in forte inferiorità numerica, usò la riserva tattica per avere la meglio sul nemico.
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Lucio Licinio Lucullo
Il suo nome è diventato proverbiale per quel che riguarda i pranzi sontuosi, ma questo aristocratico generale, operativo nel primo secolo a. C., ha dimostrato un talento non comune nell’arte della guerra con battaglie e offensive in profondità spettacolari.
Lucullo era un seguace di Silla e un esponente importante della fazione senatoria, membro di una gens ricca e influente. Dopo aver raggiunto il consolato, nel 74 a. C., gli fu assegnata la provincia della Cilicia (attuale Turchia meridionale) in qualità di proconsole, con il compito di sconfiggere definitivamente Mitridate VI re del Ponto, che aveva rialzato la testa dopo la morte di Silla.
Il difetto di Lucullo era l’eccessiva disciplina, che non permetteva ai legionari di cogliere il frutto delle grandi vittorie di Cabira e Tigranocerta, e perciò alla fine perse il comando a favore del più giovane Pompeo.
Pompeo Magno
Soprannominato il Grande da Silla, che era il suo padrino politico, Pompeo fece una fulminante carriera soprattutto negli anni che vanno dalla fine di Silla all’ascesa di Cesare, sconfiggendo definitivamente Mitridate e occupando le province asiatiche, ripulendo il Mediterraneo dai pirati e mettendo fine alle rivolte di Sertorio e di Spartaco.
Fu coinvolto suo malgrado nella guerra civile contro Cesare, capeggiando l’esercito senatorio e da questi spinto a dare battaglia a Farsalo, dove fu sconfitto e costretto alla fuga.
Secondo lo storico Theodor Mommsen era eccessivamente prudente e pragmatico, ma molto esperto e pari a Cesare in quanto a comando ed esperienza.
Era un abilissimo organizzatore, sapeva scegliere il terreno dove combattere, e costringeva l’avversario a dare battaglia quando voleva lui. Ma nelle tattiche di combattimento peccava di mancanza di immaginazione.
Giulio Cesare
Famoso per essere stato dittatore perpetuo e padrone di Roma, dopo una mirabolante ascesa politica, Cesare è il modello di generale più imitato della storia antica, insieme ad Annibale e Alessandro Magno.
La sua capacità di sorpresa e movimento era leggendaria e fu fonte di ispirazione per Napoleone.
Scaltro, rapido di mente, coraggioso fino al limite dell’imprudenza, Cesare era in grado di spargere terrore tra i nemici con la sola notizia del suo arrivo. Sia un esempio la fuga precipitosa dei pompeiani quando attraversò il Rubicone con pochi uomini al seguito.
Le sue marce a tappe forzate creavano le condizioni per battaglie inverosimili, in inferiorità numerica, e in condizioni di svantaggio, nelle quali l’effetto sorpresa e la capacità di manovra era tutto.
Era abile sia nelle battaglie campali, sia negli assedi (da assediante e da assediato), sia nella guerriglia e nelle battaglie navali. La principale dote era probabilmente quella strategica: unire cioè uno scopo ben chiaro alle necessità tattiche della vittoria, così da coglierne appieno i frutti e combattere solo battaglie decisive.
Fu dittatore ammirato fin da subito, come spiega anche Luciano Canfora nella sua opera Giulio Cesare, il dittatore democratico.
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Altri generali famosi dell’epoca repubblicana:
- Cincinnato
- Marco Furio Camillo
- Gaio Duilio, ammiraglio
- Marco Livio Salinatore
- Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore
- Marco Claudio Marcello
- Lucio Emilio Paolo
- Tito Quinzio Flaminino
- Scipione Emiliano Africano Minore
- Marco Licinio Crasso, vincitore di Spartaco
- Tito Labieno
- Marco Antonio
- Marco Vipsanio Agrippa, ammiraglio
- Sesto Pompeo, ammiraglio
Druso Maggiore
Predecessore di Tiberio nella figura di generale al servizio di Augusto, Druso sarebbe potuto diventare imperatore, se non fosse morto a causa di un’infezione.
Era sposato con la figlia di Marco Antonio dalla quale ebbe due figli: Germanico e il futuro imperatore Claudio.
Era dunque un membro importante della dinastia Giulio-Claudia, e come nel caso di Tiberio a lui si deve la messa in sicurezza dell’Impero. Conquistò infatti la Rezia, una provincia romana che si può identificare in un territorio oggi compreso tra la Baviera, la Svizzera settentrionale e l’Austria, mettendo in sicurezza l’intero arco alpino.
Inoltre si spinse nella Germania, conquistando i territori al di là del Reno, raggiungendo la sponda occidentale del fiume Elba. Fu lui a creare la provincia della Germania, che si rivoltò con Arminio. Tiberio intervenne in seguito, insieme a Germanico, per devastare tutto il territorio e far passare la voglia di ribellione alle tribù del posto.
Tiberio Claudio Nerone
Adottato da Augusto con il nome di Tiberio Cesare Augusto, fu il secondo imperatore o princeps, esponente della gens Claudia e appartenente alla dinastia Giulio-Claudia.
Come militare Tiberio è probabilmente il generale più capace e più sveglio nell’epoca che va dalla caduta di Cesare a Traiano.
Si mise in mostra fin da giovane in Oriente, battendo i Parti e recuperando le insegne perse da Crasso nella battaglia di Carre.
Il suo talento fu decisivo nel turbolento limes del Reno e nella Pannonia dove batté ripetutamente le tribù germaniche ribelli. Le sue operazioni misero fine ai disordini provocati dalla ribellione di Arminio, che erano costate ad Augusto le famose legioni di Varo, nella Selva di Teutoburgo e la perdita del controllo della nuova provincia della Germania.
Come imperatore, nonostante il giudizio malevolo di Tacito, è stato rivalutato, anche se era schivo e incline alla doppiezza.
Traiano
Marco Ulpio Traiano fu l’imperatore scelto da Nerva per guidare l’impero, dopo l’avventura dispotica di Domiziano. La sua reputazione militare lo precedeva e fu sotto di lui che furono portate a termine delle importanti conquiste.
L’impero raggiunse la massima espansione dopo la conquista della Dacia, che istituiva un avamposto oltre il Danubio, nell’attuale Romania, e la Mesopotamia, spingendosi fino alle sponde del Tigri, raggiungendo il Golfo Persico. Istituì anche la provincia dell’Arabia Petrea, assoggettando gran parte dell’odierno Medio Oriente all’impero.
Lì la sua vivacità e competenza militare gli permisero di sbaragliare il nemico storico dei Parti, occupando la capitale Ctesifonte (nei pressi dell’odierna Baghdad), mettendo un vassallo sul trono e chiudendo una contesa che durava ormai dai tempi di Crasso.
Ci rimane un monumento archeologico fondamentale, come la Colonna Traiana in Roma, che illustra bene il modo di fare la guerra ai suoi tempi. Con Traiano, probabilmente, l’esercito legionario raggiunge il suo apice.
Aureliano
L’opera di Aureliano è molto importante non solo per il lascito delle famose mura, tuttora esistenti a Roma, ma anche e soprattutto per aver ridato vita all’impero.
Imperatore per soli cinque anni, mise fine all’anarchia militare (nota come Crisi del Terzo Secolo) riprendendo i territori a oriente e occidente dell’Impero che si erano staccati, probabilmente in funzione tattica, durante gli anni di Valeriano e Gallieno.
Servì sotto Gallieno, rinforzando il confine danubiano, travolto dalle prime invasioni dei Goti e fu il luogotenente principale dell’imperatore Claudio il Gotico, che diede vita alla dinastia che avrebbe portato al potere Costantino.
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Flavio Ezio (Aezio)
Considerato da sempre l’ultimo grande generale romano dell’impero d’Occidente, Aezio fu anche un abile stratega, capace di barcamenarsi in politica, durante un periodo turbolento, contrassegnato dalle dilaganti invasioni barbariche.
Il suo nome è per sempre legato alla vittoria dei Campi Catalaunici contro Attila, quando raccolse sotto le sue insegne, un esercito misto di romani e barbari.
Ma prima di questa famosa battaglia, fu attivo nella creazione di importanti alleanze, che permisero all’impero di perdurare ancora per qualche decennio, prima del crollo finale.
Altri famosi generali dell’età imperiale
- Germanico (fratello di Claudio e figlio di Druso).
- Gneo Domizio Corbulone.
- Vespasiano, imperatore.
- Agricola.
- Gaio Avidio Cassio.
- Lucio Vero, imperatore collega di Marco Aurelio.
- Marco Aurelio, imperatore.
- Costantino, imperatore.
- Maggioriano, imperatore.